(... mi avete tolto la voglia di scrivere. Vedo il lato positivo: un soft landing nell'aldilà prevede un fisiologico attutimento dei desideri e delle ragioni dell'aldiqua. Altro lato positivo: voi non volete vincere, e io non voglio perdere, quindi non siamo esattamente fatti l'uno per gli altri - né io l'ho mai sostenuto, a differenza dei tanti che "ah ma che bel commento!" o "ah ma che bella la mia community!". La favola del bobolo giusto è santo è semplicemente l'antipolitica in disguise. Io so quello che vi ho dato, so quello che mi avete tolto, so a cosa è servito e so quello che ci aspetta. Io so. Quindi non scrivo, né scriverò, più per voi: scriverò per me, sicut erat in principio...)
Nello scorrere il comunicato stampa dell'ISTAT riferito alle ultime stime preliminari del Pil mi è balzata all'occhio una cosa, questa:
Il discorso per me potrebbe chiudersi qui. Aggiungo però una chiosa a beneficio dei lettori futuri (dei presenti sinceramente faccio a meno).
Quello che dovrebbe essere evidente al lettore che non c'è (ma forse un giorno, fra dieci anni, ci sarà) è questo:
Dopo lo shock COVID, che situo dove è storicamente situato, cioè nel primo trimestre del 2020, ci sono voluti solo sette trimestri per tornare abbastanza vicini alla tendenza "storica" (calcolata sui cinque anni antecedenti allo shock), e dieci trimestri per tornarci sostanzialmente sopra.
Chi è qui da un po' dovrebbe sapere che cosa è successo, invece, dopo lo shock GFC (Great Financial Crisis), che situo dov'è storicamente situato, cioè nell'ultimo trimestre del 2008 (il crollo Lehman avvenne alla fine del trimestre precedente). Accadde questo:
Notate che per rendere i grafici a prova di coglione ho usato esattamente la stessa scala verticale, e già questo dovrebbe contenere una lezione importante, che affido ai commenti di un ipotetico lettore futuro.
Qual è la differenza fra la reazione allo shock COVID e la non-reazione allo shock GFC? Semplice! Questa:
Lo shock GFC (2008 e seguenti) è stato gestito applicando le regole, lo shock COVID è stato gestito sospendendo le regole, applicando la general escape clause che esisteva nel 2009 come nel 2020, ma che nel 2009 non si volle applicare perché c'erano dei conti da regolare, come abbiamo visto infinite volte. La differenza fra gestione dello shock con le regole o senza le regole possiamo vederla anche in una singola diapositiva, questa:
Chiaro, no? Se non è chiaro, siamo qui per delucidare. Ma c'è ancora bisogno di delucidazioni, ora che quello che noi sapevamo e avevamo denunciato con tanta forza è stato confessato dal suo principale ispiratore?
Come vi ho sempre detto, l'austerità è stata un'aggressione deliberata (lo dice LVI) al nostro Paese, ai vostri risparmi, al nostro stile di vita. I motivi di quella aggressione sono chiari e vi furono spiegati. Ora non ci voglio perdere altro tempo. Si dovrebbe parlare solo di questo, e se non lo si fa di un'unica cosa sono certo: che la colpa non è mia, perché io non solo l'avevo detto tredici anni prima:
(se interessa, l'articolo è ancora qui, e suggerirei di stamparlo), ma l'ho anche ripetuto in aula, nell'indifferenza generale:
Non c'è salvezza per un "bobolo" che si lascia fare impunemente una cosa simile. Questa cosa gli era stata spiegata prima, con tutta la lucidità e la forza della disperazione, sormontando tutti gli ostacoli che oggi diventano, in altri, ridicoli contesti, casi nazionali (le aule universitarie negate, il libro rifiutato dal Salone di Torino, la censura nei dibattiti a sinistra: tutte cose condivise a suo tempo qui facendoci una bella risata sopra). Ma non mi deludono i coglioni di sinistra: ci siamo soffermati per più di un decennio, ormai, sulla loro antropologia minore, costruita sulla falsa pretesa antisocratica di "sapere di sapere" e sulla sicumera di essere "dalla parte giusta della Storia" (o almeno, della storia di cui hanno il monopolio), quella che li porta a negare, col fascismo che gli è congenito, la parola agli altri, legittimando questo fascismo autentico in nome di un antifascismo posticcio (altra grande scoperta di questi giorni, pare: eppure sono tredici anni che qui ci combattiamo)!
Sono pecore che temono il lupo, chiamandolo "ordoliberismo", "neoliberismo", "neoqualcosismo"), e vengono, come da copione, portate al macello dal loro pastore: il PD. Disprezzarle sarebbe dar troppa importanza a queste fetecchie, ma compatirle sarebbe certamente inappropriato...
Mi deludete voi, per diversi motivi, di fatto riconducibili a uno: il vostro consenso, i vostri complimenti, il vostro encomio era servo perché era falso. In verità, nel vostro cuore albergava e tuttora alberga la convinzione superba e sciocca di saperne più di chi vi ha aperto gli occhi (e continua a farlo) ed è a contatto con le cose (che a voi giungono solo dai giornali), e la sua gemella scema, la fuuuuuuuuuuuurbizia, quella forma particolare di narcisismo autolesionistico consistente nel non affidarsi a chi in tanti anni ha dimostrato non solo preveggenza (rileggetevelo, il mio articolo sul Manifesto: c'era tutto!), ma anche spirito di servizio (pensate che i convegni si organizzino da soli? Potreste essere riavvicinati alla durezza del vivere...), disinteresse (lo stesso col quale vi sto mandando affanculo, ad esempio), e soprattutto aderenza alla logica elementare.
Ai puri e duri (de coccia), a chi si abbandona alla tentazione della desinenza in "-etta", ripeto qui quello che ho detto su Facebook. Siamo in democrazia, e questo implica due cose: primo, che esista un dibattito; secondo, che le decisioni si prendano a maggioranza.
Declino qui alcuni corollari.
Il primo è che, anche aderendo alla versione oleografico-complottista del nostro dibattito interno, quella che voi (che vi credete fuuuuuuuuuuuuuurbi) vi bevete a garganella da giornali che sono vostri nemici, che vi odiano, che hanno sponsorizzato l'aggressione deliberata al nostro Stato sociale, anche aderendo alla leggenda nera di Giorgetti (su cui avrei molto da dire: partirei dal dato banale che chi descrive il nostro partito come spaccato in due ha interesse a spaccare in due il partito), anche dando per buone le cazzate che vi lasciate propinare, presumere che io non sappia che cosa succede nel mio partito equivale a darmi del coglione! Serendippo può tranquillamente dire che io non conto un cazzo, esattamente come diceva che non sarei stato ricandidato (perché Giorgetti ecc.). Fatto sta che il claim della nostra campagna elettorale l'ho creato io sette anni fa (quando non era nel partito) e se viene ripreso ora questo qualcosa vorrà dire, no? Ma senza che ve ne rendiate conto, dentro molti frinisce un piccolo Serendippo.
Il secondo corollario parte da qui: nel momento in cui vedete che nel partito, pur con un dibattito interno che esiste ovunque (ma perché non mi parlate un po' del PD, anziché di Giancarlo?), la linea presa è quella nella quale avete creduto e avete dato consenso, e che proprio perché potrebbe non essere l'unica linea andrebbe sostenuta col vostro consenso, che cosa fate? "Ah, no, io non ti voto perché tu non conti niente e poi il partito va da un'altra parte perché la punturina, il green pass, la rava e la fava...".
Ma siete veramente così cretini, o vi piace solo sembrarlo?
Lo avete capito sì o no che ci sono temi minoritari, perché sono temi che non interessano o sui quali non si è costruito, e che quindi tatticamente vanno gestiti in altro modo, per evitare quello che sta succedendo col tweet di Claudio sull'OMS, che non è esattamente un enorme successo, nonostante le aspettative dei semomijoni, almeno se lo confrontiamo con quello sul MES, che invece è stato un successo perché non toccava un tema minoritario e perché c'erano anni di consapevolezza costruita qui!
Ma a che serve creare consapevolezza, se quando ci dovete essere la vostra grillanza, di cui siete tutti fradici, come io sono fradicio della bava dei complimenti di persone che mi elogiavano prendendomi in cuor loro per un cojone, vi porta a essere altrove?
Prima su Twitter qualcuno ha detto "ah, sì, a Vergate sul Membro ci vengo perché mi torna comodo!" Ecco: a me non torna comodo, e avrei anche altro da fare, anzi: l'ho sempre avuto. Ma voi all'impegno preferito il divano e alla logica Serendippo.
Che cosa può andare storto?
Avete trentasette giorni per dimostrare di aver capito, per restituire a chi ve l'ha fatto quello che vi è stato fatto, di cui sopra avete una diapositiva, per assestare una bella mazzata al PD ed evitare che torni sul suo trend storico. Perché il PD da due cose trae alimento: dalla gestione del potere (e dalla greppia delle lottizzazioni lo abbiamo staccato, e se non foste quello che ahimè avete dimostrato di essere dovreste godere e rafforzarvi nelle vostre convinzioni ascoltando le sue querimonie) e dall'UE.
E ora avete la possibilità di dare una raddrizzata anche all'UE.
Lo farete?
Sapete che c'è?
Ma anche chi se ne frega! Purtroppo, e sottolineo purtroppo, questi quattordici anni di impegno, a partire dai primi articoli su sbilanciamoci, sono stati una grande lezione sul rapporto fra individuo e storia, sulla logica della rappresentanza e della democrazia. Torno su quello che ho capito nei tanti anni di studio e di esperienza. Ricorderete i cretini che "la fine delle unioni monetarie porta alla guerra". I fatti e la logica indicano che è il contrario, ovviamente: le sconfitte determinano la fine delle unioni monetarie (basta pensare agli effetti sull'impero austroungarico della sconfitta nella Prima guerra mondiale). Per questo motivo, e per altri di cui abbiamo parlato tante volte, fra non molti anni (non credo che ne abbiamo altri tredici davanti, come quelli che ci separano dall'articolo sul manifesto) le nostre decisioni, le nostre aspirazioni, le nostre convinzioni, e anche le nostre istituzioni, si sgretoleranno contro qualcosa di tanto tremendo quanto inevitabile. Io so che continuerò a combattere fino a quel momento, perché questa è la mia natura: non c'è pace per chi vuole pace!
Per chi vuole divano, invece, c'è divano, e per chi vuole sentirsi furbo c'è l'egemonia del PD, inevitabile se il proprio narcisismo cretino porta a non sostenere l'unico partito che contende questa egemonia perché ha trovato qui una visione alternativa del mondo cui attingere, la visione di cui ora perfino Draghi, perfino LVI, confessa cinicamente la fondatezza.
Ma sto facendo quello che non volevo fare: parlare a delle piante grasse nel deserto.
Vado a San Macuto, che è meglio.
(...la lista dei miei appuntamenti in campagna elettorale verrà data forse sui social...)